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A ottobre 2013 Google ha pubblicato un interessante studio intitolato “The meaning of search”. In collaborazione con Flamingo International, Google ha esplorato il ruolo che la ricerca sui motori ha nelle vite delle persone. Lo ha fatto tramite ricerche con search users e interviste a esperti, antropologi digitali, psicologi comportamentali, creatori di contenuti digitali.
La ricerca sui motori ha ridefinito il modo in cui cerchiamo e usiamo le informazioni, ma spesso diamo per scontata la sua importanza, o ce ne rendiamo conto solo quando ne siamo privati. La ricerca è diventata indispensabile, come l’acqua o l’aria.
Ogni mese vengono effettuate più di 100 miliardi di ricerche su Google. Analizzandole Google ha raccolto parecchie informazioni in merito a cosa viene cercato, quando, dove e come vengono effettuate le ricerche e questi dati, a livello aggregato, li possiamo trovare ad esempio su strumenti come Google Trends, Databoard o Zeitgeist.
Ma il cosa, dove, quando e come sono solo un parte della storia. La vera sfida è capire il perché la gente utilizza i motori di ricerca, quali sono le motivazioni che li spingono a effettuare ricerche.
E tramite questo studio Google ha scoperto che le persone utilizzano la ricerca per svariati motivi, dal trovare risposte pratiche (“dopo posso comprare questo modello di scarpe?”) a riflessioni più profonde (“chi voglio essere?”).
Ha quindi individuato sei categorie base, che corrispondono a sei bisogni primari dell’uomo, che la ricerca può aiutare ad affrontare.
1. Doing. Per fare qualcosa. Cercano per convertire l’informazione trovata in un’azione.
Esempio: cercare il più vicino negozio di computer.
2. Understanding. Per comprendere qualcosa. Cercare per migliorare la propria conoscenza in merito a un determinato argomento. Più collegato alla conoscenza che all’effettuare una determinata azione.
Esempio: cercare quale iter bisogna seguire per l’acquisto di una nuova casa.
3. Belonging. Per appartenenza. Cercare per riempire il bisogno di connettersi con altri e socializzare.
Esempio: cercare i nomi degli ex compagni di scuola.
4. Experiencing. Cercare per ottenere maggiori informazioni in tempo reale. Soprattutto da mobile.
Esempio: durante un concerto cercare maggiori informazioni sull’artista.
5. Progressing. Per progredire. Cercare per soddisfare i propri bisogni di crescita personale. Questo è un processo continuo, con benefici nel lungo termine.
Esempio: cercare dei modi per vivere in modo più salutare.
6. Self-discovering. Per scoprire sé stessi. Cercare per sviluppare e rafforzare un senso di identità.
Viste le varie tipologie di esigenze che soddisfa, la ricerca sui motori è sicuramente una parte importante della nostra vita quotidiana. Ora abbiamo costantemente tutte le possibili informazioni a portata di mano, possiamo trovare informazioni molto più semplicemente e velocemente rispetto a prima, quando enciclopedie, biblioteche e Pagine Gialle la facevano da padroni.
Aiutandoci a trovare quello di cui abbiamo bisogno in modo semplice e immediato, la ricerca su internet ha quindi migliorato le nostre vite. Ci ha permesso di risparmiare tempo ed energia, evitandoci di dover memorizzare numerose informazioni (anche se questo dal mio punto di vista ha anche dei risvolti negativi a volte).
Sicuramente però l’accesso in tempo reale a qualsiasi tipo di informazione aggiunge valore ed efficienza alla vita.
Ma la ricerca non è solamente utile, è anche “trasformativa”. La nostra mente elabora le informazioni raccolte attraverso i nostri modelli mentali. E questo le rende rilevanti per la nostra vita.
La ricerca infatti ci può permettere di migliorare il nostro processo di crescita. Permette di trovare informazioni e trasformarle in conoscenza che può essere utilizzata per fare di più e per migliorare. Ci aiuta non solo a comprendere il mondo esterno, ma anche noi stessi.
Questo accade principalmente quando facciamo quattro cose:
Oggi tanti marketer si occupano solo dell’aspetto “doing” della ricerca, con l’obiettivo di invogliare le persone a trovare in modo rapido una risposta ai loro bisogni e, in base alle informazioni fornite, farli farli “convertire”, dove l’azione può essere prodotto da acquistare, un luogo da visitare, o un numero telefonico da chiamare.
Certo il search marketing è utile anche per questo, ma guardando a più ampio raggio, le opportunità sono enormi.
Per i brand il search marketing è un modo efficace per connettersi con molte persone, permette di consegnare il messaggio giusto al momento giusto in modo rilevante e personalizzato.
La chiave volta per le aziende è iniziare pensare in modo più ampio e strategico al ruolo che la ricerca può giocare per aiutare le persone nel loro processo di miglioramento.
Invece di focalizzarsi solo sugli aspetti tecnici della ricerca, sugli algoritmi, i clic, le conversioni e sulla ricerca della performance, bisognerebbe ricordare che il focus della ricerca è in ultima analisi sulle persone. La ricerca aiuta le persone a ottenere informazioni, a trasformarle in conoscenza , e a migliorare la loro vita.
Alla luce di tutto questo, spesso ci si chiede: riusciremmo quindi a vivere tre giorni senza fare ricerche sui motori? La risposta è: sicuramente sì. Ma perché dovremmo?
SEO Specialist dal 2004, aiuto le aziende a farsi trovare tra i risultati organici di Google.
Data pubblicazione: 29 Ottobre 2013
Categoria: Motori di Ricerca
Geniale o talemnte tanto semplice da esserlo.
Io da qualche mese mi confronto, tramite il mio blog, con gli utenti digitali. Il tema del “farsi trovare” è certo molto molto caldo.
Sapendo che il prodotto/servizio è ottimo, non solo buono, il punto rimane sempre lo stesso come faccio a comunicarlo? come faccio a farlo sapere? ed ancora come faccio a farlo porvare?
basandomi sul fatto che i clienti rimangono.
Che sono molto soddisfatti.
Che il prodotto/servizio che offro è sostenibile.
come fare?
oggi abbiamo la piattaforma digitale che ci aiuta. vero.
ma lo hanno tutti. anche chi, non ha la sostenibiltà interiore, ma che con un abel lavoro di editing puo simularla molto bene.
consigni !?