Oggi ho partecipato alla prima giornata dell’edizione 2012 dello IAB Forum a Milano, “The Digital Opportunity”. Riassumo brevemente alcuni dati sul mercato della pubblicità digitale in Italia.
Ecco i dati tratti dalla presentazione di Simona Zanette (Presidente IAB Italia) “Lo scenario italiano della Digital Economy”:
- La penetrazione di internet in Italia è del 54% (fonte: IHS Screen Digest – Nuclei Familiari, anno 2011). Negli altri paesi però la percentuale è maggiore: 94% in Olanda, 78% in Gran Bretagna, 77% in Germania e 71% in Francia
- Secondo l’Osservatorio Nielsen, gli investimenti pubblicitari su internet nel periodo gennaio-luglio 2012 sono cresciuti del 15% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente (gennaio-luglio 2011). In calo invece stampa cartacea (-15%), tv (-10%) e radio (-6%).
- Nielsen prevede però a fine 2012 un calo degli investimenti in advertising online pari a -8,4%. Sarebbe il secondo anno consecutivo che presenta un segno meno.
- IAB ha stimato, per fine 2012, un aumento degli investimenti su internet pari a +12%.
- IAB stima inoltre uno spostamento degli investimenti pubblicitari dalla TV all’online del 2,5%. E la considera un punto di partenza per quanto riguarda la convergenza TV-internet. Attualmente infatti la televisione si trova praticamente in tutte le case degli italiani, mentre internet solo nella metà.
- Per il 2013 IAB prevede un calo dello 0,7% degli investimenti pubblicitari totali, con però un +10% per quanto riguarda gli investimenti in pubblicità online.
Ecco invece alcuni dati dallo speech di Marc Vos (Partner & Managing Director Boston Consulting Group) “Come il Digital crea un vantaggio competitivo”:
- Internet spinge le vendite internazionali: nelle “imprese high web” (cioè che usano attivamente internet) il 14,7% del fatturato viene dall’estero, mentre nelle “imprese low web” (cioè che sfruttano internet in maniera marginale) solo il 4,1% del fatturato viene dalle attività di internazionalizzazione. In pratica le società che usano internet in modo massiccio, come parte integrante del loro core business, hanno una percentuale maggiore di fatturato che proviene dall’export e dall’internazionalizzazione.
- 5 motivi per cui le PMI dovrebbero essere online
- Espansione geografica in nuovi mercati
- Prodotti più semplici e meno costosi per i consumatori
- Approccio più collaborativo con consumatori e partner
- Vendita profittevole dalla coda lunga dei prodotti
- Maggiore automazione e scambio di informazioni nella supply chain
- E-commerce: ecco la percentuale di e-buyers per popolazione in Italia e in alcuni stati europei:
- Olanda: 68%
- Svezia: 66%
- Regno Unito: 61%
- Germania: 57%
- Francia: 50%
- Spagna: 28%
- Italia: 20%
Riccardo Perini
SEO Specialist dal 2004, aiuto le aziende a farsi trovare tra i risultati organici di Google.
Data pubblicazione: 10 Ottobre 2012
Categoria: Pubblicità Online
Tag: statistiche
Grazie Riccardo per i preziosi dati riportati.
Non ho capito nell’ultimo punto: sono in rapporto al 100% ?
quindi in Italia il 20% della popolazione compra online?
grazie e complimenti
ciao
Elena
Ciao Nelli,
è la percentuale di e-buyers sul totale della popolazione. Non ho fatto in tempo a segnarmi (o forse non era indicato) se per “popolazione” si intendeva “popolazione attiva sul web” o “popolazione totale del paese”.
Ciao, gli Italiani che hanno realizzato almeno un acquisto on line sono 12 milioni, quindi circa il 20% della popolazione.
Di cui il 77% era già convinto (51%) o orientato (26%).
Ho preso appunti, buon lavoro!
@Daniele: grazie per aver aggiunto altri dati interessanti.