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Obiettivo dichiarato di Google è sempre stato quello di aiutare gli utenti che usano il suo motore a trovare la risposta giusta in meno tempo possibile. Anzi, in alcuni casi cerca addirittura di anticipare il bisogno e fornire direttamente una risposta (vedi Google Now).
In un recente sondaggio di seotraininglondon.org, il 64% degli intervistati ha dichiarato di non essere a conoscenza del fatto che i risultati di ricerca mostrati da Google siano personalizzati. Ma lo sono sempre di più.
Quello della personalizzazione dei risultati non è un concetto nuovo. Se ne parlava già nel 2005 con la Personal Search di Google, e ha acquisto recentemente sempre più importanza con Search plus Your World di gennaio 2012, con il Venice Update di febbraio 2012 e i private results.
Tre post molto interessanti di Tom Anthony, Will Critchlow e Gianluca Fiorelli su Moz.com, che vi consiglio di leggere, spiegano bene il concetto di personalizzazione e contestualizzazione dei risultati.
In sostanza ha acquisito sempre più importanza il contesto in cui si effettua la ricerca. Google cerca di capire l’intento dell’utente quando effettua la ricerca, e per farlo, considera anche il contesto.
Per questo la query di ricerca è composta da due componenti:
Ecco quindi che ad esempio se io effettuo la ricerca “ristoranti Milano” (query esplicita) con il mio iPhone, mentre mi trovo in una determinata via di Milano, di martedì all’ora di pranzo (query implicita = contesto), Google potrebbe mostrarmi solo i ristoranti più vicini in zona aperti il martedì a pranzo.
Non esiste più da tempo un Google uguale per tutti.
A confermare questa tendenza alla sempre maggiore contestualizzazione, anche alcune dichiarazioni di Google:
“We are excited about context becoming the query”
(Amit Singhal)
“My vision when we started Google 15 years ago was that eventually you wouldn’t have to have a search query at all. You’d just have information come to you as you needed it.”
(Sergey Brin a proposito dei Google Glasses)
“We’re giving you something you didn’t ask for but that we think you should know”
(Alan Eustace a proposito di Google Now)
D’altronde tutto è relativo al contesto in cui ci si trova. Ne parlava qualche giorno fa anche Seth Godin nel suo blog. Cos’è meglio: una bottiglia di vino da trenta dollari che è la più economica del ristorante o la stessa bottiglia da 30 dollari nel ristorante di fianco dove è la più costosa?
SEO Specialist dal 2004, aiuto le aziende a farsi trovare tra i risultati organici di Google.
Data pubblicazione: 28 Settembre 2013
Categoria: Motori di Ricerca, SEO
Tag: Google